sabato 6 giugno 2020

Storia a puntate STEP#22


MATERIA


Personaggi: Isaac il protagonista, Ray il suo collega;

Trama: Ambientata nel 3050 nella fittizia città di Darry, nel Nevada, la storia è incentrata sul lavoro dei due amici e colleghi Isaac e Ray che decidono di assemblare un dispositivo tecnologico, il DMP, in grado di rispondere a qualunque domanda gli venga posta. Isaac e Ray riescono dunque a produrre un algoritmo capace di soddisfare qualunque tipo di quesito, tranne uno, quale?



Episodio 1: 

Il 10 aprile 3040 a Darry, una remota e tranquilla cittadina del Nevada, il ventiseienne Isaac, neolaureato in fisica, decide di realizzare il suo sogno: brevettare il progetto per la costruzione di un imponente dispositivo tecnologico che da anni continuava a tormentarlo. Decide dunque di adoperarsi e mettere in piedi un laboratorio segreto nel quale avrebbero lavorato giorno e notte, per svariati anni, lui e Ray, amico fidato e compagno di studi. 
Sebbene Ray non concepisse la possibilità di realizzare questa macchina grandiosa in grado di trovare soluzione a qualunque problema dell’umanità solo mediante la formulazione di un preciso algoritmo, decise comunque di appoggiare l’amico e iniziare così a lavorare con lui.
Isaac era ogni giorno più entusiasta anche se impiegarono circa due mesi solo per teorizzare un piano di lavoro. Avevano deciso di darsi dei ruoli, Isaac avrebbe ricoperto quello di capo e coordinatore mentre Ray avrebbe dovuto occuparsi della parte più operativa del progetto. Ipotizzarono che la fase uno, ovvero quella della ricerca e formulazione dell’algoritmo, sarebbe durata dai 7 ai 10 anni di lavoro, mentre invece la cosiddetta fase 2, ovvero la costruzione vera e propria del DMP, Dispositivo di Massima Potenza, così lo avevano chiamato, circa 5. A giugno partirono i lavori nel piccolo laboratorio di Isaac, iniziavano alle 8 della mattina e talvolta finivano verso le 11 di sera, di solito poi Ray tornava a casa, invece Isaac continuava a lavorare. 
Erano passati circa 3 anni da quando i due amici avevano iniziato la collaborazione per il DMP, erano stati anni intensi, a tratti frustranti e a tratti indimenticabili. Ray aveva avuto parecchi momenti difficili, sentiva che l’idea del suo amico, diventata ormai un’ossessione, avrebbe potuto avere come unico epilogo un’enorme perdita di tempo. Allora, quando avevano iniziato, si erano appena laureati entrambi, erano pieni di vita e di voglia di creare qualcosa di assolutamente grandioso, che li avrebbe resi famosi e che avrebbe potuto portarli via da quell’angusta cittadina e farli sbarcare in qualcosa di grande, di importante. Ora invece Ray sentiva solo più il peso di una scelta sbagliata e la consapevolezza di non potersi più tirare indietro: aveva buttato gli ultimi 3-4 anni della sua vita in un’idea assurda, utopica, assolutamente irrealizzabile ma soprattutto non sua. Voleva bene a Isaac ma sapeva che per lui questo progetto era diventato solo più un’ossessione mentale, un incubo. Erano anni ormai che  non tornava a casa, che non faceva la spesa e non parlava più con nessuno, tutta la sua vita si era ridotta a quel maledetto algoritmo e Ray lo sapeva, ma non poteva fare nulla. Passarono ancora 2 anni e le frustrazioni e le tensioni fra i due colleghi continuavano a farsi sempre più intense, Ray aveva minacciato Isaac più volte di mollare, i litigi ormai erano all’ordine del giorno. Quando, all’improvviso, una notte, Isaac era al laboratorio mentre Ray era già tornato a casa da svariate ore. Una voce in strada iniziò a gridare il nome di Ray, questo si affacciò alla finestra e vide Isaac che piangeva disperato sul vialetto di casa sua. Si vestì e scese in strada. Non appena vide l’amico Isaac si tirò su da terra, gli corse incontro e disse solamente che ce l’avevano fatta, l’algoritmo era pronto.

Episodio 2:


Erano passati due anni esatti da quella sera, Ray era diventato più fiducioso nel progetto e Isaac aveva ripreso uno stile di vita più normale, quasi come se la scoperta dell’algoritmo e le successive verifiche per renderlo sempre migliore gli avessero permesso di riprendere in mano la sua vita. Nonostante entrambi continuassero a lavorare senza sosta, Ray incontrò una donna e decise anche di sposarsi, aveva ormai trent’anni passati, mentre Isaac comprò casa e smise di usare il laboratorio come unico rifugio. Decisero di contattare un’importante azienda di elettronica e contrattarono con loro un piano per la realizzazione del DMP. Quest’ultimo sarebbe stato molto piccolo e avrebbe dovuto avere una potenza informatica assai elevata, di molto superiore rispetto a quella dei comuni dispositivi informatici in commercio. Tutta quanta la contrattazione sarebbe dovuta rimanere segreta in modo tale da presentare il DMP, una volta terminato il tutto, in maniera assolutamente inaspettata.
Quel giorno finalmente arrivò, circa 2 anni dopo. Erano le cinque della mattina del 9 agosto 3050 e entrambi gli amici erano svegli, con la consapevolezza che da li a poche ore avrebbero presentato al mondo intero la scoperta migliore dell’ultimo secolo, la quale rappresentava il lavoro dei loro ultimi dieci anni. Ray era scosso, lo pervadeva una sensazione di libertà, libertà da quella vita che lo aveva costretto ad una sorta di reclusione volontaria. Isaac invece era impaziente, continuava a ricontrollare il suo discorso sperando di non arrivare alla presentazione rischiando di non riuscire ad aprire bocca: il progetto del DMP era nato nella sua mente, da una sua idea e il pensiero di non riuscire a proferire parola lo terrorizzava e non poco.

Finalmente arrivarono le tre, orario in cui la presentazione avrebbe avuto luogo: si sarebbero riuniti i maggiori rappresentanti degli Stati Uniti d’America insieme ad un centinaio di altre cariche internazionali. Dopo un lungo intervento da parte dei due amici e colleghi, avrebbe successivamente parlato il dirigente dell’azienda che aveva deciso di appoggiare la loro idea e infine si sarebbe finalmente provato il DMP. Avrebbero chiamato un volontario dal pubblico per inserire nel dispositivo la domanda e avrebbero tutti atteso la risposta.
La sala della manifestazione si aprì al pubblico, vennero tutti fatti sedere e dopo circa un quarto d’ora dall’inizio arrivarono sul palco i due colleghi. A differenza di quello che credeva, Isaac riuscì a tenere un discorso assolutamente apprezzabile, era stato curato nei minimi dettagli e non mancarono i numerosi ringraziamenti all’amico Ray, il quale parlò subito dopo raccontando la loro storia. Arrivò poi il fatidico momento del volontario dal pubblico, si propose un certo Mr …. era un famoso scienziato del Nevada molto in vista nel sistema giuridico degli USA. La prima domanda che inserì era in realtà un complesso problema matematico che il DMP riuscì a risolvere a tempo di record, si succedettero poi ancora altre decine di domande simili quando improvvisamente nel pubblico si levò una mano. Era la mano di una donna, si scoprì dopo essere anch’ella una famosissima scienziata molto in voga al tempo che chiese di fare una domanda anche lei al dispositivo. Venne fatta salire sul palco dove si trovavano ancora Ray, Isaac e il primo volontario, venne accompagnata di fronte al dispositivo e le venne spiegato come e dove inserire la domanda. Si sedette alla grande tavola su cui si trovava il dispositivo, digitò il quesito ma ciò che accadde fu assolutamente inaspettato: il DMP iniziò a lampeggiare e lo schermo si spense. Nessuno sapeva quale fosse la domanda che la ricercatrice aveva inserito, l’unica cosa che era evidente a tutti era che il DMP non era stato in grado di risponderle. Ray era sconvolto, Isaac iniziò a tremare, non credevano ai loro occhi, il lavoro di dieci anni di vita mandato totalmente in fumo a causa di una domanda non prevista. Lo sconcerto si diffuse nel pubblico, un gran chiacchiericcio imperversò nella sala, la donna prese la parola per far sapere a tutti quale fosse stata la domanda da lei inserita. Il pubblico si placò. Un improvviso silenzio si diffuse tutt’intorno in modo tale da lasciarla parlare.

Si scoprì che la domanda inserita dalla scienziata era stata “Cosa troveranno gli uomini dopo la morte?”, Ray e Isaac si erano tranquillizzati e cercavano di spiegare al loro pubblico che, sebbene il DMP fosse stato programmato per dare risposta ad ogni quesito dell’umanità, non era in grado di rispondere a quesiti a cui neppure gli stessi esseri umani avrebbero potuto dare risposta. Il DMP infatti era un dispositivo elettronico attentamente programmato da due esseri umani e dunque capace di dare risposta a quesiti assai complessi in maniera molto rapida.  Era uno strumento che serviva per compensare la difficoltà di calcolo e di risoluzione della mente umana, non doveva essere scambiato per un oracolo. Le macchine infatti, spiegò più tardi Isaac, sono frutto della mente umana e di conseguenza in grado di simularne le capacità e compensarne le difficoltà, proprio per questo motivo il DMP non aveva potuto trovare soluzione e si era quindi spento. In quel momento infatti gli era stata posta una domanda senza soluzione, Isaac spiegò in seguito il suo pensiero secondo il quale l’uomo non può pretendere dalla meccanica, dall’ingegneria, dalla materia in sé tali risposte poiché al mondo purtroppo esistono cose che non si possono conoscere e probabilmente mai si riuscirà a trovare soluzione.

Dopo che Isaac parlò, Ray gli mise un braccio sulla spalla, era fiero delle parole del suo collega, scesero insieme dal palco e tornarono a casa, felici e soddisfatti, consapevoli dell’impossibilità di rispondere ad una domanda di tale spessore.  

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