giovedì 28 maggio 2020

Dallo Zibaldone di Leopardi STEP#20

Il concetto di materia nello Zibaldone 

Copertina I edizione dello Zibaldone
"Un corpo, essendo composto, dimostra l’esistenza di altre cose che lo compongano. Ma siccome tutte le parti o sostanze materiali componenti la materia sono altresí composti, però bisogna necessariamente salire ad esseri che non sieno materia. Cosí discorrono i leibniziani per arrivare alle loro Monadi o Esseri semplici e incorporei (de’ quali compongono i corpi) e quindi all’unità ed al principio di tutte le cose. Or dico io. Arrivate fino alla menoma parte o sostanze materiale, e ditemi, se potete: le parti o sostanze di cui questa si compone non sono piú materia, ma spirito. Arrivate anche, se potete, agli atomi o particelle indivisibili e senza parti. Saranno sempre materia. Al di là non troverete mica lo spirito ma il nulla. Affinate quanto volete l’idea della materia, non oltrepasserete mai la materia. Componete quanto vi piace l’idea dello spirito, non ne farete mai né estensione, né lunghezza ec., non ne farete mai della materia. Come si può compor la materia di ciò che non è materia? Il corpo non si può comporre di non corpi, come ciò che è di ciò che non è; né da questo si può progredire a quello, o viceversa. - Ma finché la materia è materia, ell’é divisibile e composta. - Trovatemi dunque quel punto in cui ella si compone di cose che non sono composte, cioè non sono materia. Non v’é scala, gradazione, né progressione che dal materiale porti all’immateriale, come non v’é dall’esistenza al nulla. Fra questo e quello v’é uno spazio immenso, ed a varcarlo v’abbisogna il salto che da’ leibniziani giustamente si nega in natura. Queste due nature sono affatto separate e dissimili, come il nulla da ciò che è non può comporsi dell’immateriale piú di quello che l’immateriale del materiale; e dall’esistenza della materia (contro ciò che pensa Leibnizio) non si può argomentare quella dello spirito piú di quello che dall’esistenza dello spirito si potesse argomentare quella della materia."

L'utopia STEP#19

L'utopia della materia in "The Truman Show"

Quale film meglio di The Truman Show incarna una visione utopica del mondo?

Scena finale del film The Truman Show


Truman il protagonista della vicenda si ritrova senza volerlo a vivere in un mondo perfetto, privo di problemi in cui nessuno sembra essere infelice. La drammaticità di questo film sta nel fatto che ad un certo punto della narrazione Truman scopre di aver vissuto la sua intera vita in un falso Eden, in un mondo materiale in cui nulla è reale, neppure il mare lo è. 

Questo film mostra un'enorme utopia della realtà assolutamente irraggiungibile, in quanto gli uomini non sono fatti solo di materia, ma anche di relazioni sociali, sentimenti, legami e emozioni le quali non possono essere costrette in un mondo perfetto del tutto materiale poiché esse stesse non lo sono. Gli uomini, per quanto possa essere difficile da comprendere, hanno bisogno di esser tristi, provare dolore, non si può pensare di ridurre la realtà ad un mondo perfettamente idilliaco. 
La materia rappresenta solo la superficie della nostra vita e pensare di ridurre tutto a ciò è un'utopia.

Trailer del film 




martedì 26 maggio 2020

La crisi della scienza STEP#18



 La crisi della scienza


"Nonostante la scienza sia ancora tra le più affidabili delle istituzioni pubbliche, nell’ultimo decennio si è acceso un dibattito tra scienziati, media e pubblico, sulla crisi della sua qualità, credibilità e integrità. Oggi si parla di crisi della scienza moderna, o meglio dell’idea pretenziosa che essa sia l’unica istituzione o autorità epistemica che possa aiutare a comprendere e a rappresentare i fenomeni complessi e incerti che minacciano gli ecosistemi ambientali e la salute umana e ambientale e fornire, secondo un rapporto lineare con le esigenze di policy, soluzioni pratiche di supporto agli interventi normativi. Questa posizione privilegiata non è più proponibile, sia a causa dei limiti del riduzionismo scientifico, con la fallace visione tecnocratica del science speaks thruth to power, sia per la consapevolezza crescente dell’esistenza di limiti sia interni che esterni, già commentati, che riguardano l’integrità, affidabilità e indipendenza del processo scientifico. L’epoca attuale, caratterizzata da un progresso scientifico e sviluppo tecnologico senza precedenti e da emergenze ambientali e sanitarie multi-dimensionali, richiede una rivoluzione metodologica del processo scientifico, una nuova prospettiva multi e interdisciplinare (democratizzazione) allo scopo di ampliare la base di conoscenza, includendovi anche i fatti non scientifici, e di ottimizzare il processo decisionale e dunque la governance della scienza. Queste nuove dinamiche, se da un lato mettono in risalto le differenze nei valori dominanti dei diversi contesti sociali, dallaltro impegnano i policy-makers e i gestori del rischio nella ricerca di un equilibro (o compromesso) tra fatti e valori, funzionale a output delle valutazioni del rischio solide, adeguate allo scopo e condivise. Oggi l’interazione tra scienza, politica del rischio e difesa dei consumatori è diventata sempre più complessa in un mondo in cui i valori, la storia e la tradizione tendono ad essere più influenti di fatti (scientifici) nel plasmare l’opinione pubblica. Con questi presupposti, viene proposto un approccio epistemologico definito SPN  funzionale alla gestione di complessi scenari decisionali in cui i problemi si collocano nell’interfaccia tra scienza, policy e società e prendono la forma di fatti incerti, fatti estesi, valori controversi, interessi elevati e decisioni urgenti. Oggi la SPN viene suggerita in relazione sia alla consulenza scientifica verso le istituzioni governative96, sia alla regolamentazione del rischio. In un mondo in cui la conoscenza è potere, i politici realizzano l’enorme vantaggio che possono ricavare dalla scienza. I politici, sebbene parlino di una politica basata sulla scienza, sono spesso più interessati alla scienza basata sulle politiche etendono a misurare la sua utilità non sulla base dell’obiettività e veridicità, ma dal supporto politico fornito. È anche vero, però, che una certa scienza si è prestata a soddisfare i bisogni dei politici laddove gli scienziati hanno permesso ai politici di “dirottare” l’impresa scientifica."
Testo citato dal seguente link 
https://sivemp.it/wp/wp-content/uploads/2019/03/69-80_SCIENTIFICA-FERRI-SCIENZA-1.pdf 

lunedì 18 maggio 2020

L'ABC della materia STEP#17

A come ATOMO 
B come BIOLOGIA
C come CONOSCENZA
come DIVENIRE
E come ESSENZA
F come FONDAMENTO
G come GIOCO
H //
I come INFINITO
L come LINGUAGGIO
M come MONDO
N come NULLA 
O come OSCURA
P come PROGETTO 
Q come QUANTO
R come RELATIVISMO
S come SCIENZA/SFIDA
T come TEMPO
U come UNIVERSO
V come VITA
Z come ZENONE




giovedì 14 maggio 2020

Democrito "fondatore" della materia STEP#16

La teoria atomica di Democrito


Busto di filosofo greco, ritrovato nella Villa dei papiri a Ercolano e identificato con Democrito 


Democrito fu un grandissimo filosofo di origine greca che visse tra il 460 a.C e il 370 a.C. circa. Insieme al suo maestro Leucippo, Democrito è considerato il fondatore della teoria atomistica, la quale tuttavia presenta un risvolto più filosofico che scientifico. 
Tale teoria fu talmente rivoluzionaria che venne ripresa successivamente da filosofi greci e latini, gli esempi più eclatanti furono Epicuro e Lucrezio. 

I fondamenti dell'atomismo 

Democrito introdusse l'ipotesi fondamentale dell'atomismo: la distinzione tra il suddividere matematico e il suddividere fisico. Il primo, che non trova corrispondenza nella realtà, è perseguibile all'infinito e può essere utilizzato per determinare aree e volumi delle figure geometriche; il secondo, invece, è condizionato dalla natura di ciò che si vuol dividere e non è perseguibile oltre un certo limite. 
E' a questo punto che Democrito fa affiorare la sua teoria basata sul fatto che la materia sia costituita da forme non ulteriormente divisibili. La suddivisione fisica dunque può avvenire solo finché si tratta di dividere corpi composti; non la si può applicare a esseri semplici che, per la loro indivisibilità, sono detti appunto atomi, cioè indivisibili
E' qui che nasce l'idea che dividere un corpo significhi in realtà separare gli atomi che lo compongono e non gli atomi stessi. 

Il concetto materialistico dell'anima 

L'anima, secondo Democrito, gode quasi delle stesse caratteristiche atomiche della materia fisica in genere. Sebbene per lui questa rappresenti il principio vitale del corpo, egli suppone comunque che anch'essa sia formata da atomi, sebbene ben diversi da quelli da cui invece è costituito il corpo. 
Gli atomi dell'anima sono diffusi in tutto il corpo e, come la vita è connessa alla diffusione dell'anima nel corpo, così la morte consiste nella separazione dell'anima da quest'ultimo e nella disgregazione di entrambi. 

giovedì 7 maggio 2020

Ingegneria dei materiali STEP#13


Ingegneria dei materiali


Il corso di laurea in ingegneria dei materiali si occupa di studiare le proprietà dei materiali in modo tale da poterli utilizzare in maniera molto efficace e addirittura migliorarne le proprietà per rendere più favorevoli le prestazioni dei diversi materiali e farli diventare più innovativi.
Le fondamenta di questa disciplina dell'ingegneria si trovano nella chimica organica e inorganica, nella scienza dei materiali e nella metallurgia. 


sabato 2 maggio 2020

Formulazione kantiana della materia STEP#12

L'esperienza per Kant 

Foto ripresa dal film Matrix per ricordare la teoria delle lenti verdi di Kant
Kant rappresenta uno dei più grandi pensatori del periodo moderno, egli è vissuto tra il 1724 e il 1804. La sua filosofia è stata ampiamente ripresa. Il pensiero kantiano mette in scena un nuovo modo di vedere e pensare il mondo. Con lui l'intera filosofia medievale viene completamente abbattuta: egli rivendica la necessità di ogni uomo di concentrarsi sull'esperienza nel mondo terreno, senza però rinunciare alla teologia e alla metafisica. Kant ha ben chiaro il fatto che le scienze e la matematica rappresentino solo uno strumento per approcciarsi alla conoscenza del mondo, la quale non potrà mai esaurire, per questo tiene aperta la porta al pensiero metafisico ma con l'unico scopo di ampliare le vedute limitate dell'uomo sul mondo. Così come la scienza non può farsi religione, così la religione non può farsi scienza. 



"La ragione umana, anche senza il pungolo della semplice vanità dell'onniscenza, è perpetuamente sospinta da un proprio bisogno verso quei problemi che non possono in nessun modo esser risolti da un uso empirico della ragione... e così in tutti gli uomini una qualche metafisica è sempre esistita e sempre esisterà, appena che la ragione s'innalzi alla speculazione." 

 Citazione presa dalla Critica alla Ragion Pura di Kant

venerdì 1 maggio 2020

La materia dell'amore nel medioevo STEP#12

Il V canto dell' Inferno

Il V canto dell'Inferno dantesco, anche conosciuto con il titolo di Canto di Paolo e Francesca, tratta il tema dell'amore dal punto di vista di due dannati, finiti all'inferno per aver confuso l'amore con la passione fisica. 

Dante condanna entrambe le loro anime a trascorrere il resto dell'eternità nel II cerchio, quello dei lussuriosi, ovvero di coloro che in vita ricercarono le soddisfazioni dei sensi contro ogni regola, tanto da sottomettere la ragione al talento. 

Dante sostiene per tutto il corso della sua opera la necessità di conferire all'amore nuova dignità e materia, cioè riportare quest'ultimo alla concezione puramente spirituale. 
Paolo e Francesca rappresentano la concezione di un amore fisico, fatto di passione, il quale si contrappone completamente all'amore inteso come cammino spirituale verso la vera conoscenza del divino, concezione che Dante condivideva con tutti gli altri poeti dello Stil Novo. 
Ciò che Dante condanna dunque non è tanto il sentimento di amore in sé quanto l'amore esclusivamente terreno, fisico, quasi materiale di cui Paolo e Francesca rappresentano gli emblemi. 

Tale visione dell'amore era assai condivisa durante il Medioevo, periodo in cui la Chiesa cattolica, con la sua dottrina spirituale, aveva grandemente influenzato il pensiero letterario e filosofico. Non stupisce infatti che le principali opere del Medioevo siano tutte incentrate sulla ricerca di una via spirituale e l'abbandono quasi totale di ogni vincolo terreno.


Paolo e Francesca

"...Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende 
prese costui de la bella persona 
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.                 102

Amor, ch’a nullo amato amar perdona, 
mi prese del costui piacer sì forte, 
che, come vedi, ancor non m’abbandona.                  105

Amor condusse noi ad una morte: 
Caina attende chi a vita ci spense»..." 


Sintesi del blog STEP#24

Viaggio attraverso il concetto di MATERIA Introduzione Questo blog nasce dalla necessità di approfondire il concetto di materia attr...